Dunque, in queste prime settimane di pontificato, il nuovo papa ha di certo fatto parlare di se’. Credenti o non, cattolici o meno, sarebbe assurdo pensare che tale personaggio non ricopra un ruolo di massima importanza nella nostra societa’ e di credere, dunque, che qualsiasi cosa egli dica sia da prendere in considerazione e abbia delle ripercussioni di larga entita’.
Ora, qualche giorno fa si era sentito parlare di un presunto appello di tale papa contro la mattanza degli agnelli e, comprensibilmente, noi animalisti ne eravamo deliziati: finalmente un papa che si pronuncia su queste tematiche, ci dicevamo! Evviva, un papa animalista!
Tristemente, la situazione e’ ben differente.
Certo, papa Bergoglio ha adottato come nome papale quello di “Francesco”, riferendosi al famoso santo di Assisi tanto caro agli animalisti credenti. Ma, nelle sue parole, tale scelta ha poco a che fare con cio’ che Francesco pensava degli altri animali. Ecco cosa il Pontefice disse in merito, il 16 Marzo, ad un incontro con i giornalisti:
Ora, di certo e’ ammirevole gli impegni presi nei confronti degli umani piu’ sfortunati, ma e’ evidente come manchi ogni sorta di riferimento agli altri sfortunati. Inoltre, sempre scavando negli archivi del Vaticano (disponibili e consultabili online sul sito www.vatican.va per chi non volesse credermi sulla parola, il che e’ perfettamente legittimo) ho trovato il cosidetto discorso in cui sembrava denunciasse la mattanza degli agnelli. Ecco le esatte parole in merito, estratte dall’omelia del 19 Marzo:
“La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.”Notiamo che si’ c’e’ un riferimento ad “ogni creatura di Dio”, ma esso e’ un riferimento passeggero, quasi distratto, e lasciato cadere a vuoto. Il Vescovo di Roma torna subito a parlare di “persone”, evidentemente intese come umane, e la’ si concentra. Non c’e’ alcun riferimento ad agnelli o capretti. Certo l’associazione animalista che ha iniziato a mettere in giro la voce che questo papa si sarebbe preoccupato dei veri ultimi aveva tutte le migliori intenzioni, ma e’ davvero giusto nutrire una falsa speranza?
Certo, questo papa potrebbe mostrarsi dottrinalmente piu’ aperto in questa direzione, ma fino ad ora non ha mostrato nessun tipo di interesse verso il mondo non-umano. Certo, ha usato piu’ volte, nel corso di vari interventi, espressioni analoghe a “prendersi cura di tutto il creato”, ma e’ dolorosamente evidente dal contesto come esse vadano interpretate in un senso che potrebbe essere definito ambientalista, come prendersi cura del territorio e del suo sistema ecologico, e di certo non un riconoscimento della dignita’ della vita di un individuo non dipendente dalla specie di appartenenza.
Ripeto, tutti gli interventi del Pontefice sono disponibili online e reperibili direttamente alla fonte ufficiale, il che toglie alcun dubbio sulla loro effettiva correttezza: il termine “animale”, per esempio, non viene mai utilizzato.
Insomma, la speranza e’ sempre la benvenuta, e sicuramente questo papa sembra essere piu’ aperto e mostra una vena riformista, ma da questo ad ammettere che egli covi idee anche solo lontanamente animaliste sembra aspettarsi un po’ troppo… E tuttavia, questo e’ esattamente uno dei casi in cui sarei felice di trovarmi in errore.