Un bel ricettario di Slow Food editore in tema vegetariano-vegano non poteva farsi attendere troppo. Ed eccolo qui!

Ricette vegetariane d’Italia. 400 piatti della tradizione regionale

Ripercorrendo lo stivale da nord a sud le 400 ricette del libro rievocano e ridisegnano le radici di una cucina italiana che fa della semplicità degli ingredienti il luogo ideale per dare prova di quella creatività che il mondo intero c’invidia. La cucina vegetariana permette, in questo viaggio, di riscoprire insieme alla bellezza del patrimonio gastronomico, la varietà delle tipicità regionali: dall’asparago al pomodoro, dal radicchio alla melanzana, dai pistacchi alle ciliege passando per gli infiniti e multicolori frutti di uno stivale che unisce ambienti e climi, gusti e dialetti.

I piatti del ricettario sono tratti dalla tradizione e divisi per regione: tutti vegetariani e, in alcuni casi, vegani. Questi ultimi sono segnati con una “v” verde ben visibile all’inizio di ciascuna ricetta e costituiscono quasi la metà del libro (160 piatti su 400) al netto di ricette che sono peraltro facilmente veganizzabili (molti risotti per esempio). Unico neo è l’assenza delle “v” verdi nell’indice che può rendere più difficile rintracciare in modo agile le ricette vegane.

Interessante e utile invece l’indice sulle stagionalità. Diviso per mese e per zona geografica (nord, centro e sud), permette al lettore di aprire e scegliere, a secondo del luogo in cui si trova e del periodo dell’anno, la lista degli acquisti per una spesa di stagione. Il libro è poi corredato da belle foto con l’unica pecca, scusabile vista la mole imponente di ricette, che non ogni piatto ha la sua immagine. Non mancano inoltre indicazioni sui presidi slow food e qualche consiglio e curiosità disseminate qui e lì in un identificabile carattere marrone.

Niente tofu e seitan invece: invano si cercherebbe uno spezzatino vegan. Niente sostituzioni. L’intento è piuttosto quello di fotografare l’Italia prima della “rivoluzione vegana”. Per questo nel libro con le lenticchie non si fa il ragù ma la zuppa. Coi ceci non si fa l’hummus: si fanno il purè o la farinata. Potrebbe apparire un limite del ricettario ma è proprio questo che, al contrario, ne fa uno strumento unico, utile e indispensabile per chiunque voglia tuffarsi in quel crogiolo di bontà che identifica l’Italia, il suo presente e il suo passato recente.

I protagonisti di queste ricette sono infatti le osterie ed è la loro storia che “ricette vegetariane d’Italia” vuole raccontare facendo il punto sulla cucina vegetariana in Italia, sottolineandone i punti di forza e i limiti. Punti di forza: perché nel corso della storia il potere della fantasia umana si è applicato, per ragioni di necessità, a una cucina tradizionalmente “povera” basata su cereali, vegetali e legumi. Ma anche limiti: perché storicamente la cultura occidentale ha da sempre accettato acriticamente la macellazione e lo sfruttamento degli animali.

Ricette vegetariane d’Italia ricorda che è indispensabile sapere da dove veniamo

Perché conoscere se stessi, lo diceva già Socrate, è il primo passo per qualsiasi vera crescita. Ed è anche, aggiungiamo noi, l’unica via per innovare efficacemente la cultura gastronomica d’Italia, continuando ad attingere a quella straordinaria e ricca fonte di sapere che è la nostra terra e, soprattutto, continuando a sentirci, al di là di fusioni avventate e maldestre, fieramente italiani.

 

Ricette vegetariane d’Italia
AA VV
Slow Food Editore
Euro 20.00

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