Inizia quest’anno la collaborazione tra Etica Animalista e Petlevrieri, l’associazione che si occupa delle inaudite violenze su questi animali usati/sfruttati per le gare o per la caccia e poi uccisi brutalmente quando non servono più.
Di seguito l’articolo scritto da questa associazione per portare alla luce le infinite crudeltà su questi cani. Vi invitiamo a visitare il loro sito (vedi banner su nostra home page) e ad aiutare in ogni modo possibile queste sfortunate creature.
Sono ancora troppo poche le persone che, nel nostro paese, sono a conoscenza del massacro che viene perpetrato nei confronti dei levrieri.
In Gran Bretagna e Irlanda i greyhound sono considerati alla stregua di macchine da corsa, sfruttati per ingrassare l’ente nazionale delle corse (GBGB greyhound board of Great Britain) e far arricchire i trainers. Il greyhound racing è un business che smuove ingenti quantità di denaro, perfettamente legale nei paesi anglosassoni. L’inferno dei levrieri inglesi comincia subito, al momento della loro nascita. I cuccioli di greyhound considerati, secondo criteri del tutto arbitrari, non idonei alle corse vengono eliminati senza tanti complimenti. I “fortunati” che rimangono in vita andranno incontro ad un’esistenza di privazione e solitudine, costretti in gabbie piccole e sporche per 23 ore al giorno, sottoposti ad allenamenti sfiancanti, intimiditi, dopati, lanciati a tutta velocità sulle pericolosissime piste dei cinodromi, dove rischiano incidenti gravissimi, talvolta mortali. Quando invecchiano o si infortunano o non vincono abbastanza gare i trainers decidono di disfarsene ricorrendo, nella migliore delle ipotesi, ad eutanasia. Nella peggiore delle ipotesi, invece, verranno mutilati per renderli irriconoscibili (ad esempio tagliando le orecchie per rimuovere il tatuaggio), ammazzati a martellate, annegati, abbandonati in canile dove troveranno la morte entro pochi giorni. Ma anche cani giovani, perfettamente in forma e in salute vengono buttati via come scarti solo perchè non hanno saputo soddisfare le avide pretese dei loro padroni. L’industria delle corse ha pensato bene di ripulirsi la coscienza promuovendo un falso e ipocrita programma di rehoming dei grey anziani o ritirati, un’ abile operazione di marketing scrupolosamente orchestrata per nascondere l’orribile intollerabile realtà. E mentre gli scommettitori inglesi e irlandesi, nonostante le numerose proteste di varie associazioni animaliste, non ne vogliono sapere di rinunciare alle loro serate divertenti al cinodromo, migliaia di cani innocenti perdono la vita ogni anno.
In Spagna, se è possibile, la situazione dei levrieri è ancora più tragica. Qui, nelle regioni più rurali, i galgo (levrieri spagnoli) vengono “utilizzati” dai galgueros per un altro tipo di scommesse sportive nei campionati di caccia alla lepre. La loro vita è una vera e propria tragedia. Vivono stipati in baracche, ammassati in gran numero in spazi angusti, in buchi scavati nel terreno coperti da lamiere. Sin da piccolissimi vengono allenati con metodi disumani (ad esempio legati ad una corda e trascinati da mezzi motorizzati), vengono picchiati, malmenati, bastonati, bruciati, insultati, torturati con ogni mezzo in un’ escalation di violenza che li porta ad una morte orribile. Se il galgo è troppo vecchio, o troppo lento, o è una fattrice che non può più produrre cuccioli, o comunque diventa “inutile”, non ha più speranza di sopravvivenza e sarà ucciso nel modo più doloroso possibile. I galguero hanno una spiccata fantasia nell’inventare sadiche tecniche di morte: legano i galgo alla catena e li lasciano morire di fame, li gettano nei pozzi con un peso attaccato alla zampa in modo che non possano risalire, li abbandonano con la museruola così non possono sfamarsi, li abbandonano con le zampe spezzate, perchè nonostante tutto questi cani meravigliosi tenterebbero di tornare indietro, “a casa“. Ma la pena di morte preferita rimane l’impiccagione. Le campagne spagnole sono disseminate di galgo appesi ai rami degli alberi con le zampe che toccano terra, così che la morte possa essere più soddisfacente per il galguero. Così facendo, infatti, il galgo produce un movimento che viene scherzosamente definito “il pianista” quando muove le zampe su e giù nel disperato tentativo di salvarsi e mettere fine alla lunga e dolorosa agonia che gli è stata inflitta. Un vero e proprio olocausto che produce 60000 vittime ogni anno.
L’associazione Pet Levrieri ONLUS si occupa di levrieri su più fronti. Promuove le adozioni dei cani recuperati da rifugi indipendenti locali, scegliendo per ogni cane la giusta famiglia affidataria e viceversa, rivalutando la figura del levriero come ottimo cane da compagnia. Si occupa di denunciare e combattere l’industria del racing e della caccia, facendo continua informazione e prendendo parte attivamente a cortei e proteste. Propone una piena integrazione del cane nella nuova famiglia, promuovendone il benessere organizzando attività che permettano di migliorare la comunicazione tra levrieri e adottanti. Segue adottanti e cani nella loro nuova vita insieme, basandosi su una visione aggiornata ed evoluta del rapporto tra uomo e cane, superando luoghi comuni e visioni sbagliate. Inoltre vuole valorizzare la figura del levriero come terapeuta, avviando diversi progetti di Pet Therapy con bambini autistici e dislessici. Pet Levrieri si propone anche di fare informazione su diverse tematiche animaliste e ambientaliste, come la sperimentazione animale, la lotta al circo, la promozione di un’alimentazione più consapevole.
Sabrina Talarico.
Ufficio Stampa Pet Levrieri Onlus