agnellini sacrificali

Tutte le festività religiose umane sono sempre incredibilmente improntate sull’ uccisione in massa di animali. vedi il Natale che immola sul suo altare capitoni, aragoste, vitelli, maiali, o la festa del ringraziamento in America dove a fare le spese sono i tacchini e la Pasqua Cristiana che si nutre del sangue di cuccioli innocenti che altra colpa non hanno se non quella di essere nati agnelli.

Neonati che vengono strappati brutalmente alle loro madri che li rincorrono belando di disperazione, l’allevatore che se li porta via per caricarli sul camion che li condurrà, spesso dopo viaggi estenuanti, direttamente al macello dove saranno sgozzati, appesi sui ganci, fatti a pezzi e incellofanati per arrivare direttamente ai supermercati in confezioni asettiche a disposizione del consumatore.

Molti non sanno ad esempio che gli agnellini da latte chiamati “abbacchio”, non essendo ancora svezzati quando vengono cucinati, hanno l’intestino ripieno del latte materno e raggiungono a malapena il mese di età quando macellati.

I dati purtroppo parlano chiaro, a Pasqua nel giorno della presunta resurrezione del Cristo, i macelli lavorano ininterrottamente e dentro le loro mura si compie la strage che vede assassinati brutalmente tra agnelli e capretti, qualche milione di creature innocenti, esseri totalmente indifesi di fronte alla brutalità della bestia uomo, immolati sull’altare dell’umana arroganza tra il sangue che scorre a fiotti mentre le loro grida disperate rimangono come sempre inascoltate, relegate nei luoghi più reconditi delle nostre città, e delle nostre coscienze, lontano dagli occhi, lontano dal cuore, rendendo ipocrita e falsa una festività che, se da un lato parla paradossalmente di amore, vita, resurrezione e speranza, dall’altro ipocritamente legittima e anzi giustifica la violenza e l’assassinio di creature indifese che anche Dio, se esiste, sarebbe il primo a condannare.

E allora chiediamoci se è questa la strada della bontà, dell’empatia, della misericordia che la nostra e tutte le religioni proclamano dall’alto del trono su cui sono sedute da secoli impartendo i loro dogmi ad una umanità che ormai di umano ha ben poco se porta dentro di sé un cuore tanto duro da essere distaccato da qualsiasi senso di pietà verso gli esseri viventi più inermi, cuccioli privi di difesa alcuna che sono già, prima ancora di nascere, mentre sono cioè ancora nel ventre della loro madre, condannati a morte dalle società umane che predicano solidarietà ed empatia, ma che nella realtà praticano e insegnano la violenza verso chi è totalmente indifeso.

Ivana Ravanelli

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